Ha ricevuto una condanna a 16 anni e 8 mesi il cosiddetto “untore” di Ancona, Claudio Pinti, il 35enne che aveva deliberatamente contagiato la compagna, la quale è poi morta di cause tumorali connesse all’infezione ricevuta.
La sentenza è arrivata dal Tribunale di Ancona, che aveva proceduto con il rito abbreviato, con i reati che erano stati commessi nel 2009, stando alle ricostruzioni delle indagini. L’accusa aveva chiesto 18 anni lo scorso gennaio per Claudio Pinti. L’uomo al momento si trova ricoverato in ospedale perchè continua a rifiutare le cure per Hiv2, mentre dal lato civile era stata chiesta una condanna al pagamento di 7,5 milioni di euro.
Secondo le indagini, nel 2009 Claudio Pinti sapeva di essere sieropositivo, ma a giugno 2018 avrebbe confessato ai poliziotti che lo arrestarono di aver contagiato più di 220 persone, tra donne e uomini. La sentenza riguarda solo due casi, il caso della compagna morta nel giugno 2017 e di una donna 40enne.