Startup in Italia: quanto costa avviarne una

L’avvio di una startup anche nel nostro Paese comporta un insieme di costi iniziali, che riguardano anche le spese operative necessarie e che possono cambiare in modo notevole a seconda del settore di attività, della dimensione dell’impresa che si vuole avviare, della localizzazione geografica e della strategia di business scelta. Chi vuole avviare una startup in Italia si chiede spesso quali sono i costi associati all’avvio di un’impresa di questo tipo, costi che possono essere suddivisi in burocratici e in amministrativi, ma anche in spese operative e di struttura, oltre che in investimenti iniziali da sostenere.

La ricerca degli investitori

Tra gli aspetti da tenere in considerazione quando si avvia una startup c’è anche la ricerca di potenziali investitori, motivo per cui destinare parte del budget a una buona presentazione del progetto (a tal proposito segnaliamo il sito ufficiale di Maurizio La Cava, esperto in questo ambito, che fornisce una guida per realizzare delle presentazioni efficaci) rappresenta un buon investimento dato che questo strumento aiuta a suscitare il loro interesse.

Sono importanti le diverse fonti di finanziamento e i programmi di supporto per promuovere l’imprenditorialità e l’innovazione. Ci possono essere, per esempio, i contributi a fondo perduto, dei prestiti con agevolazioni oppure contributi per la ricerca e lo sviluppo. È molto importante informarsi sulle opportunità disponibili, sia a livello nazionale che regionale, per verificare se si hanno i requisiti per accedere a questi fondi di finanziamento.

I costi burocratici e amministrativi

La costituzione legale di una startup nel nostro Paese può variare in base alla forma giuridica scelta. Infatti, per esempio, ci sono SRL, che sono le società a responsabilità limitata, le società semplici o le SPA, le società per azioni. I costi presso il notaio per la costituzione delle varie aziende possono variare a seconda proprio della forma. Per fare un esempio, i costi di notariato per la costituzione di una SRL possono essere compresi tra un prezzo di 1.500 e 3.000 euro, aggiungendo le tasse di registro e i diritti camerali.

Fra i passaggi burocratici molto importanti da tenere presenti se si vuole costituire una startup, c’è l’iscrizione al registro delle imprese alla Camera di Commercio, che è un’operazione obbligatoria. Questo processo comporta il pagamento di una tassa che può variare in base alla forma giuridica e alla provincia.

Inoltre bisogna ottenere il codice fiscale e la partita IVA per l’avvio dell’attività. Da questo punto di vista è meglio farsi assistere da un commercialista per la gestione delle pratiche burocratiche.

Quali sono i costi operativi

Oltre a tutta la parte burocratica, che, come abbiamo visto, comporta delle spese, ci sono poi tutti i costi di struttura e operativi, a cominciare dall’affitto degli spazi. Il costo di uffici o di ambienti commerciali può variare in modo significativo a seconda delle città e in base alla zona in cui si decide di collocare l’attività.

Ci sono poi le spese per le forniture e le attrezzature, come l’acquisto o il leasing, i mobili per ufficio, le tecnologie informatiche. Tutto però dipende, anche per quanto riguarda la spesa, dalla natura dell’attività.

Una parte notevole è quella relativa ai costi del personale, che comprendono anche gli stipendi, i contributi previdenziali e pure le assicurazioni. Sono delle spese da non trascurare, specialmente per le startup che prevedono un rapido aumento del personale.

Le strategie di finanziamento

Il governo italiano e le autorità locali offrono diversi incentivi, di cui si è parlato già precedentemente e sui quali bisogna essere molto informati, per poter comprendere se sia possibile accedere a delle agevolazioni fiscali che, ad esempio, possono costituire un passo fondamentale per la fondazione della startup. Ma, tra le fonti di finanziamento popolari per le startup, prende sempre più piede il crowdfunding. Si tratta di raccogliere capitali facendo affidamento ad un ampio pubblico attraverso piattaforme online. Anche per ciò che è relativo al crowdfunding, bisogna avere già in partenza in maniera chiara ciò che si vuole ottenere, anche perché esistono diverse tipologie di crowdfunding. Esiste il crowdfunding di donazione, quello di ricompensa, quello di prestito e di equity.

Avviare una startup in Italia comporta comunque delle complessità burocratiche e delle opportunità di accesso ai finanziamenti che vanno valutate con attenzione, specialmente nell’ambito di un mercato competitivo che richiede una vera e propria strategia di differenziazione.

POTREBBE INTERESSARTI
Cambia impostazioni privacy