Imane Fadil, i primi test dell’autopsia escludono morte per radioattività

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Il caso della morte di Imane Fadil è emerso nelle cronache un paio di settimane fa, con l’indagine della Procura di Milano che ipotizzava una morte per radioattività della giovane modella marocchina, testimone al processo Ruby ter contro Berlusconi.

Dalle prime analisi effettuate sul corpo della ragazza, sul quale la procura aveva chiesto massimo riserbo e sicurezza, per evitare inquinamenti di prove, non ci sarebbero tracce di elementi radioattivi. Rimangono, dunque ipotesi di morte per elevata presenza di metalli nel sangue, oppure nei giorni scorsi si era parlato anche di una possibile malattia rara. Sono stati analizzati gli organi interni, perché a differenza del sangue, tengono e conservano i metalli ed altre sostanze anche dopo la morte.

Il procedimento è stato aperto contro ignoti dalla Procura di Milano, nello specifico dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, per la morte sospetta di un testimone ad un processo, Ruby ter, che era arrivato fino al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

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