Durante il Consiglio dei Ministri, iniziato alle ore 10.45 in leggero ritardo, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha spiegato la sua decisione di revocare Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per presunte tangenti sul tema dell’eolico.
Oggi è il giorno della resa dei conti tra M5S e Lega, dopo oltre due settimane di discussioni su Siri e su come gestire la vicenda, con il Movimento 5 Stelle da subito schierato per le dimissioni, mentre la Lega ha avuto una posizione garantista, chiedendo che prima il sottosegretario venisse ascoltato dai magistrati. La Lega punta alla sua proposta sulla flat tax, anche per cercare di distogliere l’attenzione dal sottosegretario dimissionato.
A decidere è stato il premier Conte, che ha la possibilità di chiedere la revoca al sottosegretario e metterla al voto al Cdm, nel quale il M5S ha la maggioranza. Prima dell’inizio del Cdm il leader della Lega ha riunito i suoi ministri nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti. A meno di sorprese dell’ultimo minuto, il governo non cadrà su Armando Siri, nonostante il duro scontro tra gli alleati di governo.
Non si dovrebbe andare alla conta, se la Lega non opporrà resistenza la revoca di Siri sarà immediata dopo la fine del Cdm, con il premier Conte che ha già spiegato le sue motivazioni per la revoca. Armando Siri nei giorni scorsi era stato messo sotto inchiesta anche per una palazzina comprata nei mesi scorsi nel milanese.