Una sentenza netta della Corte di Giustizia dell’UE, che ha vietato il rimpatrio, od espulsione, di soggetti che provengono da paesi a rischio, per motivi di tortura od altri crimini umanitari dalla Convenzione di Ginevra.
Questo è quanto stabilito oggi con una sentenza che farà discutere e riaccenderà il dibattito politico sui rimpatri, nonostante il numero di essi sia esiguo rispetto agli arrivi. Difatti non è una pratica molto diffusa, in Italia sono circa 6 mila le persone espulse ogni anno, principalmente per motivi di terrorismo, ma anche qualora ci fossero condanne gravi.
La Corte UE stabilisce che il rifugiato deve rimanere nel paese europeo, anche in presenza di reati gravi, se il suo paese di origine non garantisce i diritti fondamentali. Questo può voler dire che un rifugiato anziché venire espulso può essere condannato a degli anni di carcere in Italia. Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato la vicenda su Twitter: “Questo è uno dei motivi per cambiare l’Europa, votando Lega il 26 maggio. Comunque io non cambio la legge, chi stupra e spaccia torna a casa”.