Una scoperta che potrebbe migliorare la sicurezza delle Tac e delle loro conseguenze sull’organismo, con il dimezzamento delle radiazioni necessarie per effettuarle, quella che hanno fatto due ingegnere della Campania, mettendo a punto un algoritmo che riduce l’esposizione ai raggi.
C’era un’ampia concorrenza di oltre 150 progetti simili, ma alla fine è stato premiato il progetto italiano legato alla riduzione delle esposizioni alle radiazioni del 40-60%, mantenendo, però, una buona qualità dell’immagine.
Il progetto è stato sviluppato da due ingegnere di Napoli, che hanno elaborato un algoritmo che permette il collaudo con alcune macchine già esistenti. Le due donne sono Michela D’Antò e Federica Caracò, dell’Università Federico II e della Fondazione Pascale, si sono aggiudicate il premio Health technology challenge, che si è svolto a Catanzaro.
Secondo una stima, in Italia su 40 milioni di esami radiologici effetttuati ogni anno, il 44% non sia strettamente necessario e che quindi sottopone il paziente a raggi evitabili.