La Corte Costituzione si è espressa in merito alla Legge Merlin, dichiarando che la decisione di prostituirsi non è mai totalmente libera, salvando la parte della legge che parla di favoreggiamento dell’immigrazione.
“La scelta di vendere sesso è determinata da fattori esterni che limitano la libertà del soggetto”, queste le parole della sentenza della Consulta, sottolineando che il confine tra decisioni veramente libere e decisioni che non lo sono è molto sottile.
A tirare in ballo la Consulta era stata la Corte d’Appello di Bari, in merito al processo verso Giampaolo Tarantini e Massimiliano Verdoscia, che sono ancora in fase di giudizio per il caso escort legato a Silvio Berlusconi.
La Consulta ha spiegato che esiste un meccanismo virtuoso che anche quando la decisione di prostituirsi appare libera, poi si entra in un sistema da cui è difficile uscire, oltre ad esporsi a rischi personali quando si è in contatto con il cliente. L’ipotesi della Corte d’Appello di Bari sosteneva che nel caso delle “escort” vi sarebbe una prostituizione volontaria, con una società diversa da quella risalente all’entrata in vigore della Legge Merlin. Ipotesi che però non è stata ritenuta valida dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 141 depositata oggi.