Duro scontro al tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico tra il premier Giuseppe Conte ed i vertici di ArcelorMittal, che hanno, nei giorni scorsi, presentato la richiesta di recesso al Tribunale di Milano. Il Presidente del Consiglio ha criticato duramente l’azienda, con una presa di posizione chiara: “Non vi permetteremo di chiudere, impegneremo la causa in sede giudiziaria”, ha detto ai vertici di ArcelorMittal, i quali hanno già annunciato lo spegnimento degli Altoforni entro la metà di gennaio 2020.
ArcelorMittal: “Noi criminalizzati”
Al tavolo c’era anche l’amministratore delegato della multinazionale dell’acciaio, Lucia Morselli, che ha risposto duramente al premier: “Noi di ArcelorMittal riteniamo che non sia stato rispettato il contratto firmato un anno fa. Fino a poco fa lavorare in fabbrica non era un reato, ora lo è”, questa la spiegazione dell’azienda, che pone, dunque, lo scudo penale al centro della disputa con il Governo. Inoltre c’è un’accusa per quanto riguarda l’Altoforno 2, che secondo la Morselli doveva essere con i lavori in corso per le migliorie richieste dalla magistratura, ma invece non era stato fatto niente. “Una delle condizioni per lavorare era lo scudo penale, dare protezione per chi ci lavora”, ha detto l’amministratore delegato Lucia Morselli, chiedendone il ripristino.