Con l’arrivo del 2021 si concluderà anche il triennio di sperimentazione di Quota 100, il meccanismo di pensione anticipata che era stato introdotto dal primo governo Conte e che manda in pensione con 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi.
Questo governo ha già dichiarato più volte che Quota 100 non verrà rinnovata dopo la sua scadenza naturale, mentre ci sono diverse proposte per la nuova legge per il pensionamento.
Prorogate Opzione Donna e Ape Social
Intanto sono state prorogate le altre due misure per il pre-pensionamento, cioè Opzione Donna e Ape Social. Specialmente Opzione Donna è stata apprezzata dai cittadini e cittadine, con la possibilità di andare in pensione a 58 anni di età e 35 anni di contributi, a fronte di una penalizzazione economica.
A differenza di Quota 100 queste due misure sono sostenibili dal punto di vista economico, con Opzione Donna che trasforma i contributi previdenziali dal regime retributivo al contributivo, il che fa scendere l’assegno mensile per chi sceglie di andare in pensione anticipata.
Ape Social, strutturale ed uscita a 63 anni?
Una delle possibilità è quella di rendere strutturale l’Ape Social e introdurre nuove tipologie di “lavori gravosi”, per renderla più appetibile ai lavoratori.
Inoltre ci sarebbe una penalizzazione del 2-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.
Contratto di espansione: accessibile anche per le aziende con 250 dipendenti
Un altro metodo di pensione anticipata sul quale sta puntando questo governo è quello del contratto di espansione, che consente un “anticipo” pensionistico di cinque anni, utilizzando il meccanismo della Naspi. Il lavoratore potrà andare in pensione a 62 anni, con tre anni a carico dell’azienda e due anni a carico della Naspi, l’indennità di disoccupazione.
Questo meccanismo non avrebbe alcuna penalizzazione e dunque potrebbe essere la strada per sostituire Quota 100 nel futuro.