Salute

Malanni primaverili, come difendersi: ecco i consigli

Con l’arrivo delle differenze stagionali e quindi i tradizionali cambi di temperatura ma anche di habitat, l’organismo umano pur essendo mediamente adattivo a questa forma di condizione non sempre riesce a corrispondere delle efficienti difese immunitarie da contrapporre all’ambito in questione. Insomma, si tende sempre più spesso a soffrire dei tradizionali quanto diffusi malanni primaverili che sono spesso identificati in una reazione eccessiva da parte del singolo, condizione che viene condivisa da milioni di persone al mondo, in prossimità della stagione primaverile.

Se in parte si resta in balia di questo ambito, è possibile però “preparasi” con un po’ di anticipo rispetto alla stagione primaverile così da non soffrire troppo i malanni primaverili.

Importante considerare anche il proprio stile di vita e quello delle abitudini , che identifica nella maggior parte dei casi la principale fonte di valore aggiunto.

Attenzione ai malanni primaverili: ecco cosa fare con l’arrivo della nuova stagione

E’ una condizione così diffusa che viene addirittura considerata da un unico termine, detto mal di primavera, una serie di condizioni sgradevoli che spesso si palesano in vari sintomi, come la stanchezza, disturbi dell’umore che tende a cambiare più volte anche in uno stesso giorno, oltre a disturbi gastrointestinali, inappetenza o al contrario fame in maggior quantità. E’ sempre più comune anche la difficoltà di concentrazione che per moltissimi è un vero e proprio problema da corrispondere.

Inoltre la primavera è un problema particolarmente spiccato per chi soffre di particolari allergie stagionali, come al polline oppure chi soffre di problemi alla tiroide, che sono naturalmente portati a soffrire ad esempio i cambi di temperatura. C’è qualche modo per non soffrire troppo il mal di primavera?

Sicuramente alcuni rimedi anche naturali esistono e possono essere messi in pratica già da prima con il cambio stagionale: a partire da un cambio di abitudine o meglio da una maggior forma di ritmo prestabilito ad esempio decidendo di andare a letto ed alzarsi in maniera precisa, impostando una sveglia, anche quando non ne abbiamo una necessità pratica. Questo tende a far abituare “meglio” il bioritmo.

Bisogna poi ridurre il tempo di utilizzo di dispositivi elettronici, in particolare la sera tardi, che con la loro illuminazione artificiale e necessità di sviluppare attenzione, tendono a “falsare” il ritmo. Se abbiamo difficoltà nel dormire sarebbe meglio monitorare la temperatura della stanza, e provare a modificarla se abbiamo qualche forma di disturbo durante il sonno.

Ed è importante fare un po’ di attività fisica, anche molto moderata, entro la prima metà della giornata, evitandola invece prima di dormire.

Vincenzo Galletta

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