Salute

Pillola che simula lo sport, funziona davvero? Ecco la verità

Se ancora oggi una “pillola per dimagrire” sembra qualcosa di effettivamente fantascientifico, in quanto non corrisponde a qualcosa di effettivamente possibile, sta facendo naturalmente molto “rumore” nell’informazione la notizia che vede la nascita di questo specifico farmaco che, dopo vari test, sembra dare risultati molto soddifsacenti, ed è già divenuta popolare sul web, che simula proprio lo sport, attraverso l’assunzione di un farmaco.

Ma quali sono gli effetti? Funziona davvero oppure è qualcosa di non efficace e non sicuro?

Diverse riviste scientifiche hanno già manifestato dubbi ma anche evidenziato possibilità anche a lungo termine di questa forma di farmaco.

La pillola che “simula” lo sport: ecco i dettagli e come funziona questa scoperta

Si tratta di una versione di uno specifico farmaco conosciuto come SLU-PP-332, che agisce su alcune sezioni del metabolismo, incidendo anche direttamente su alcuni recettori degli estrogeni, che portano l’organismo a rispondere in modo simile , per certi versi all’esercizio fisico, nella sviluppata capacità di aumentare il metabolismo e quindi permettere all’organismo di “rispondere” in modo simile per certi versi all’esercizio.

E’ attualmente una forma di farmaco ancora in definizione che non è ancora disponibile presso il grande consumo e può essere effettivamente valutato solo quando risulterà disponibile. Ma la domanda è ovviamente una sola, o almeno quella principale, che identifica una applicazione di questa medicina: può sostituire o potrà sostituire lo sport?

La risposta è no, come analizzato anche da vari esperti che hanno evidenziato una naturale utilità soprattutto per le persone che soffrono di condizioni fisiche o mentali che non permettono l’attuazione di alcuna disciplina sportiva o attività fisica, ad esempio chi presenta qualche forma di paralisi oppure l’atrofia. Non potrà ovviamente sostituire l’intero compendio di benefici che l’attività fisica di ogni tipo ma potrà indubbiamente avere una grande applicazione in vari metodi medici.

I vari test effettuati sui ratti hanno anche evidenziato la capacità di farmaci “simili” anche di contribuire a far crescere i tessuti del cuore che erano stati parzialmente danneggiati da alcune malattie, condizione che potrebbe portare allo sviluppo di una serie di farmaci orientati proprio con queste funzioni parzialmente rigenerative di tessuti molto importanti per qualsiasi organismo animale, ed anche umano.

Gli studi proseguono e porteranno a risultati che secondi gli analisti dovrebbero essere anche decisamente sicuri nell’ambito degli effetti collaterali, che sono ovviamente il principale scoglio da affrontare quando si concepisce un farmaco simile.

Vincenzo Galletta

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