Quale frutta mangiare per abbassare la glicemia? Ecco la risposta

L’indice glicemico, per chi non lo sapesse, è un valore che ci dice la velocità con cui gli alimenti che contengono carboidrati fanno accrescere la concentrazione di glucosio nel sangue ovvero la glicemia.

I carboidrati per essere assimilati e passare nella circolazione sanguigna devono essere tramutati in glucosio dagli enzimi digestivi. Nel momento in cui si parla di frutta e diabete quasi sempre il pericolo è quello di trovarsi in opinioni discrepanti su quali frutti mangiare.

Si sente tanto ancora difatti che il consumo di frutta, tranne che per la mela, sia da consigliare a chi soffre di diabete. Il segreto per abbinare il consumo di frutta e il corretto livello di glicemia è scegliere quei prodotti che racchiudono meno zuccheri e che posseggono un basso indice glicemico.

Quale frutta mangiare per abbassare la glicemia? Ecco la risposta

In realtà, nel momento in cui si parla di frutta e diabete, non troviamo proibizioni assoluti. È vero, difatti, che diversi frutti racchiudono una più grande percentuale di zuccheri, ma ciò non scagiona un loro completo distacco dalla tavola di chi soffre di elevati livelli di glicemia. Non si deve mai scordare, infatti, che la quantità totale di carboidrati ottenuti da un specificato cibo (carico glicemico) è quasi sempre più importante della loro qualità.

Ciò vuol dire, di conseguenza, anche la frutta zuccherina può essere mangiata con le giuste accortezze, prima fra tutte la moderatezzadelle quantità. Per chi pena di diabete, una porzione di frutta non dovrebbe mai racchiudere più di 15 grammi di carboidrati. La grandezza di tale porzione muta unicamente in base al contenuto di carboidrati che si trovano nel frutto.

Sarà pertanto ovviamente più grande per quelli a basso indice glicemico e minore per la frutta che racchiude più zuccheri. Ossequiando taleimportantissima indicazione, l’impatto dei due alimenti sui livelli di glucosio nel sangue sarà parecchio rassomigliante, anche se non identico.

Oltre al contenuto in zuccheri, è infatti considerevole stimare la ricchezza in fibra e la forma con cui l’alimento si prende. Più troviamo fibra e minore è il picco glicemico conseguito dopo la digestione.

Per tale ragione il succo d’arancia possiede un indice glicemico superiore a differenza del frutto in spicchi, che a sua volta alza meno la glicemia nel momento in cui si mangia con la parte bianca della buccia perché piena di pectina.

Frutti come cachi, uva, banane, fichi, frutta secca, canditi e frutta sciroppata sono quelli che solitamente vengono sconsigliati alle persone che penano di alti livelli di glicemia. Occhio anche ai succhi di frutta industriali. Tanto spesso racchiudono zuccheri aggiunti. Via libera infine, seppur con regolatezza, a mele, arance, pere, fragole, nespole, albicocche, lamponi e pesche.

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