Pasta al dente o scotta? Ecco quale fa bene alla salute

E’ indubbiamente la pasta uno dei simboli della cucina ma più in generale della cultura mediterranea ed italiana di riflesso, nonchè uno dei prodotti derivanti dai cereali di maggior diversificazione, diffusione e produzione, in particolare in Italia si tende ad inquadrare questo alimento come una vera e propria “base” alimentare per tantissimi alimenti, difficile anche solo provare numericamente a catalogarli. Una delle cose che conferisce uno status di giusta cottura è la definizione di pasta al dente o scotta, che fa parte del gusto personale oltre che dal tipo di ricetta ma non solo, in quanto è anche qualcosa che può identificare una migliore risposta dell’organismo. Meglio la pasta al dente o scotta, quale fa bene alla salute?

Infatti non è solo una questione di sensazione e gusto personale, la pasta cambia parzialmente la propria struttura a seconda della tempistica e modalità di cottura.

Quale risulta effettivamente più “utile” per il nostro organismo? Scopriamolo con la seguente analisi.

Meglio la pasta scotta o al dente? Ecco il parere del nutrizionista

Pasta al dente o scotta

Per pasta al dente si intende ovviamente una maggiormente “robusta” al palato, quindi più “solida”, evidenziata da una cottura non troppo prolungata, moltissimi preferiscono la pasta così, che deve presentare una forma di resistenza sotto i denti quanto viene masticata, mentre un pasta più “avanti” è più morbida ed è definita scotta.

Anche se può sembrare strano, la “migliore” per il sistema digestivo, ossia la tipologia di cottura più adatta per assorbire in modo naturale i nutrienti è quella al dente, in quanto eccessivamente cotta l’amido della pasta stessa “viene meno” e diventa meno “utile” per l’organismo dal punto di vista nutrizionale, oltre a comportare un aumento sostanziale dell’indice glicemico , quindi risulta particolarmente “negativa” per chi ad esempio soffre di malattie come il diabete o anche solo la glicemia alta che è uno dei principali problemi di cui tenere conto.

La pasta al dente sarebbe preferibile anche per una questione legata alla masticazione, che viene definita la prima parte della digestione, in quanto una maggior resistenza stimola alcuni ricettori all’interno della nostra bocca che portano una forma di “preparazione” attraverso enzimi e ormoni, nell’ottica di digestione della pasta.

Al dente non significa però “poco cotta” in quanto una pasta cruda non è comunque consigliabile data la struttura poco digeribile, e se siamo abituati ad una pasta “scotta” possiamo abituarci a consumare una al dente senza essere drastici ma diminuendo gradualmente la tempistica di cottura.

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